Un viaggio per gli occhi, la mente e il cuore

Myanmar è l'attuale nome della Birmania, dominio coloniale inglese in Indocina fino al 1948, anno in cui il paese divenne indipendente. Nel caratteristico alfabeto birmano pieno di riccioli e palloncini il nome si scrive così: ပြည်ထောင်စု သမ္မတ မြန်မာနိုင်ငံတော်, grafia che corrisponde a Pyidaunzu Thanmăda Myăma Nainngandaw (Repubblica dell'Unione del Myanmar)

Un viaggio in Myanmar si rivela una sequenza di emozioni, incontri e scoperte avvincenti e affascinanti che colpiscono gli occhi, la mente e il cuore. Gli occhi si riempiono dell'imponenza delle pagode e dello splendore delle statue di Buddha, dello scorrere lento dei fiumi solcati da sampan e battelli, dei pinnacoli dorati che spuntano dovunque tra capanne, foreste e risaie. La mente si ferma spesso a riflettere su quanto deve essere grande la devozione di questo popolo, che ogni giorno riserva una parte di quel poco che ha per donarlo a monaci e questuanti. Il cuore si apre davanti ai sorrisi delle donne e dei bambini, dei ragazzi che chiedono di fare una foto con te come se fossi una star, dei contadini che salutano al passaggio del treno.

Ma è tutt'oro quello che luccica? E' impossibile non vedere le baracche di periferia immerse nel fango. Si nota la totale assenza di modem e computer, anche se i cellulari e gli smartphone cominciano a vedersi in giro (persino in mano ai monaci!). Colpisce la pervicace solerzia con cui gli impiegati riempiono registri e quaderni con ogni sorta di orario, conteggio e annotazione. Mettono i brividi le matasse di filo spinato poste a protezione delle case di patrizi e notabili di partito. Si rimane colpiti dai visi pieni di gratitudine dei bimbi a cui dai una caramella, un biscotto, o la penna e il flaconcino di shampoo prelevati dalla camera dell'hotel.

Chiaramente, si spera che tutto questo migliori, perché il Myanmar possiede tutte le potenzialità necessarie per essere completamente autosufficiente. Un impulso allo sviluppo del paese, e a un più equo sfruttamento delle notevoli risorse agricole e minerarie, potrebbe venire dalla recente vittoria del partito NLD (National League for Democracy) alle recenti elezioni di inizio novembre 2015. Il leader di questo partito è il premio Nobel Aung San Suu Kyi, che per un cavillo costituzionale non potrà assumere direttamente il ruolo di Presidente, ma che rimane la figura a cui il popolo affida speranze e aspettative di sviluppo e di una vita migliore. Comunque, ancora oggi con la gente è meglio evitare discorsi sulla libertà individuale nel paese. La dittatura paramilitare permane forte e temuta. La profonda fede religiosa della popolazione (buddhismo theravada) aiuta la gente a superare con coraggio le difficoltà di una vita quotidiana ancora difficile e stentata. Con il successo del NLD si fa strada l'entusiasmo per una conquista di libertà al momento ancora difficile da comprendere e da apprezzare per la maggioranza dei birmani. La rassegnazione che si leggeva sui volti della gente è destinata a poco a poco a lasciare il passo alla consapevolezza e all'ebbrezza delle conquiste sociali. Speriamo.

Torniamo al viaggio. Il percorso è stato Yangon – lago Inle – Mandalay – Bagan, in gruppo. Poi, dopo il ritorno a Yangon, prosecuzione individuale in treno verso Kyaikhtyo e la famosa roccia d'oro, visita alla città sacra di Bago e rientro finale a Yangon. Il viaggio ha toccato le province di Yangon, Bago e Mandalay, lo stato Shan e lo stato Mon.

Mingalabar Myanmar!