Portogallo
Giugno 2012Giro del Portogallo in 10 giorni
10 giorni in auto per visitare il paese più occidentale d’Europa alla fine della primavera. Percorso facile, poco trafficato fuori dalle città, che si girano facilmente con i mezzi o a piedi: Lisbona – Sintra – Obidos –– Coimbra – Aveiro – Porto – Braga – Alentejo – Algarve e ritorno a Lisbona.
“Quem nᾶo tem visto a Lisboa nᾶo tem visto cousa boa” dicono gli abitanti della capitale: Lisbona è stata una bellissima sorpresa. I diversi stili architettonici degli edifici testimoniano le varie epoche storiche vissute dalla città: architetture manueline e barocche si mescolano con le vestigia della dominazione araba e l’opulenza del periodo in cui i portoghesi erano i più grandi navigatori del globo. Nell’insieme la città offre un patrimonio culturale vario e per certi versi insospettato. Tra le cose da non perdere: un giro con i piccoli tram (“electricos”) che salgono e scendono dalle colline del quartiere Alfama, una serata di fado, la zona di Belém con la torre che identifica la città e il Mosteiro de Jerònimos, la visita all’Oceanario.
Da Lisbona con il trenino che parte dalla stazione di Rossio si raggiungono Queluz e Sintra, con i loro stupendi palazzi barocchi. Dopo avere raggiunto Cabo Da Rocha, che è il punto più a ovest del continente, via in macchina verso nord: tappe alla variopinta Obidos, poi i monasteri di Batalha e Alcobaça, le case a strisce colorate di Costa Nova, Aveiro (un po’ presuntuosamente della la Venezia del Portogallo), Coimbra con la famosa università dove anche molti studenti italiani vanno a fare il master e quindi Porto.
“A capital do norte” è la seconda città portoghese: un nome un programma, perché questa è la capitale dell’omonimo famoso vino liquoroso che si produce solo qui, con le uve provenienti dalla valle del fiume Douro. E’ impensabile venire qui senza visitare almeno una delle numerose cantine produttrici del porto (Sandeman, Calem, Offley, Fonseca, etc.). Ognuna ha il proprio pannello identificativo posto sul lungofiume. Degustazione compresa nella visita, ovviamente. La città si gira facilmente a piedi e con la metropolitana in parte interrata e in parte di superficie. Azulejos dovunque, come è caratteristica di tutte le città portoghesi, all’esterno delle chiese e persino nell’interno della stazione ferroviaria di São Bento, dove i turisti col naso all’insù che guardano le pareti coperte dalle bellissime piastrelle azzurre decorate sono molti di più dei viaggiatori in partenza.
Nei dintorni, da non perdere le chiese barocche di Bom Jesùs do Monte e Lamego, con le loro spettacolari scalinate a bastioni.
Da Porto si scende tra vigneti sterminati, ciliegie da cogliere sula strada e vallate verdeggianti fino a quando immense distese coltivate a grano e foreste di querce da sughero indicano che siamo arrivati nell’Alentejo.
L’Alentejo (letteralmente “Oltre il Tago”) è la regione del Portogallo meridionale al confine con la Spagna, ancora poco conosciuta dal turismo benché sia considerata una delle zone più autentiche del Portogallo. E’ un immenso tavolato collinare punteggiato di borghi pittoreschi imbiancati a calce che appaiono all’improvviso tra distese di campi di grano, ulivi e foreste di querce da sughero. Nei campi si sentono i profumi della erbe aromatiche che insaporiscono i piatti di cacciagione e maiale, le insalatine di fagioli con chorizo e di ceci con l’immancabile bacalhau, il pesce e i frutti di mare, da abbinare agli eccellenti vini locali. Le bellissime città che si incontrano (la capitale Évora, Beja, Elvas, Serpa), tutte rigorosamente sovrastate da un castello sopra una collina, sono un’ottima occasione per entrare a contatto con la gente del posto e per scoprire i fasti del passato di questa regione. Qui il tempo scorre lento seguendo i ritmi della natura. In Alentejo si vive al ritmo della terra.
E finalmente in Algarve. Punta estrema dell’Europa sudoccidentale, l’Algarve è una regione abbastanza diversa dal resto del Portogallo, per clima, paesaggio e cultura. La costa è incantevole, soprattutto da Faro verso Ovest, dove si susseguono baie, faraglioni, spiagge incastonate tra le rocce, fino alla punta di Sagres (Cabo de Sᾶo Vicente), dove una gande fortezza controllava il movimento navale in arrivo verso le coste. Meritano una visita anche le belle cittadine dell’interno, spesso trascurate dai visitatori che pensano solo al mare. Alte e Alcoutim, per esempio, sono due borghi deliziosi, dove tra case imbiancate a calce e azzurro fervono numerose botteghe di artigiani che lavorano con perizia il cuoio, il sughero e la ceramica.
C’è appena tempo per tornare a Lisbona e, con un po’ di nostalgia, riprendere l’aereo verso casa.