Le isole della guerra dei pinguini 

Un arcipelago di isole sferzate dal vento e dalle fredde ondate dell’Oceano Pacifico australe è stato teatro di una guerra per certi versi indecifrabile. Nell’aprile del 1982 inglesi e argentini combatterono per 11 settimane per decidere il possesso delle Isole Falkand (o Malvinas, dal punto di vista degli argentini), un gruppo di isole abitate da uno sparuto gruppo di pastori e pescatori, privo di risorse naturali al di fuori della folta e spessa lana di decine di migliaia di pecore magellaniche e degli estesi depositi di guano lasciati dagli uccelli marini. Troppo facile giudicarla una guerra ridicola e anacronistica, perché fu guerra nel vero senso della parola: alla fine si contarono 893 morti (635 argentini, 255 inglesi e 3 donne isolane). Vinsero gli inglesi, ma la vittoria non è stata mai riconosciuta dagli argentini che ancora oggi rivendicano la sovranità territoriale sulle isole.

 

Il territorio

L’arcipelago delle Falkland si trova circa nel sud dell’Oceano Pacifico, circa 500 km al argo delle coste argentine. E’ costituito da circa 700 isole, di cui stabilmente abitate solo le due più grandi (East Falkland e West Falkland), per un totale di circa 12.000 kmq (più o meno la metà della Lombardia). Ci vivono 3000 persone, di cui 2500 nella capitale Stanley. Tutti gli altri sono sparpagliati in casolari e fattorie sparse per il resto del territorio, che è genericamente detto “camp”: tutto ciò che sta fuori Stanley è “camp”. Agli isolani si aggiungono i 1200 militari inglesi di stanza permanente nella base militare di Mount Pleasant.

 

Come arrivarci  

Le Falkland oggi sono una tappa molto comune negli itinerari di viaggio che portano i turisti verso l’Antartide. Non è difficile vedere al largo di Stanley una nave da crociera all’ancora, che scarica frotte di turisti dagli zodiac. Ci si può arrivare anche in aereo, con un volo settimanale della Lan Chile che parte da Punta Arenas. Le compagnie argentine invece rifiutano sdegnosamente di schedulare voli verso le “Malvinas”, che considerano usurpate dall’invasore britannico.

 

Stanley  

La capitale Stanley è in effetti un po’ più di un villaggio, ma ha un fascino del tutto particolare. La cittadina è graziosa, con casette colorate e tetti in lamiera corrugata dipinta con colori variopinti, che la fanno assomigliare a un villaggio del nordovest scozzese o della Norvegia. Curiosamente, le case sono dei prefabbricati provenienti in scatola di montaggio dalla lontana Svezia (il signor Ikea ha colpito anche qui), perché l’arcipelago è virtualmente privo di alberi da legno. Anche la chiesetta cattolica di St Mary è in realtà un prefabbricato proveniente dall’Europa, trasportato qui in forma di kit di montaggio e assemblato nel 1889.

Un memoriale di guerra in Ross Road, inaugurato il 14 giugno 1984 (anniversario della liberazione dall’invasione argentina) ricorda i caduti della “11 weeks war”. L’obelisco del memoriale è fatto di granito proveniente dall’Inghilterra, mentre la poca pietra locale disponibile è stata usata per la pavimentazione del memoriale e per la parete su cui sono incisi i nomi dei soldati britannici morti. 

In totale nelle isole ci sono circa 400 km di strade, tra cui una superstrada che collega la capitale con l’aeroporto internazionale di Mount Pleasant. Stante lo scarsissimo traffico, non c’è neanche un semaforo, assenza di cui in verità nessuno si accorge.

 

Il “camp”   

Tutto ciò che sta fuori Stanley è “camp”. In pratica, si tratta di fattorie di allevatori bestiame disseminate nella brughiera e alloggi temporanei che vengono aperti durante la stagione estiva quando cominciano ad arrivare i turisti.

Nel “camp” ci sono diversi campi minati, delimitati da filo spinato e contrassegnati da cartelli di segnalazione. La guerra, purtroppo, ha lasciato a queste isole molti regali non richiesti. Durante il conflitto i militari posizionarono migliaia di mine lungo le spiagge e pascoli. Fortunatamente, finora, queste mine non hanno ucciso nessuno. I campi minati abbandonati hanno creato un habitat perfetto per i pinguini. I simpatici uccelli in smoking, infatti, non essendo abbastanza pesanti per far esplodere le mine, hanno occupato i campi minati facendone territorio di nidificazione e riproduzione.

 

La costa e le isole esterne   

Le Falkland sono una specie di zoo dove molte specie di animali dei territori artici e subartici vivono in assoluta libertà. Vi potete sedere su una spiaggia in totale solitudine e sarete attorniati dai pinguini che, incuriositi, desiderano fare la vostra conoscenza, oppure sostare in cima ad una scogliera per ammirare in silenzio le colonie di albatros, con i continui atterraggi e decolli di questi magnifici uccelli. Questo vale soprattutto per le isole esterne, che non sono state contaminate da animali importati dall’uomo (cani, gatti, topi, galline) e quindi consentono il normale ciclo riproduttivo di una notevole varietà di uccelli (quattro specie di pinguini, grandi albatros, caracara, cormorani dagli occhi blu,) e di elefanti marini, leoni marini, foche, balene e delfini.

Le foto del viaggio sono state fatte durante un viaggio con la motonave Plancius. Riguardano Stanley e le isole esterne Carcass Island e Saunders Island.

 

Saunders Island

Saunders Island è stata la sede del primo insediamento inglese nell’arcipelago delle Isole Falkland. Oggi rimane una famiglia che gestisce una grande fattoria di circa 30.000 acri. L’isola è particolarmente conosciuta per la considerevole colonia di albatri dal sopracciglio nero, situata nella parte nord est, in prossimità di vaste colonie dei coloratissimi pinguini crestati saltaroccia. Ma vi si trovano anche varie altre specie, come ossifraghe, cormorani di Magellano, cormorani imperiali, caracara di Foster. La parte Nord dell’Isola presenta due grossi rilievi montuosi, la Rookery Mountain a est ed il Mount Hartson a ovest. I due massicci sono divisi da una sottile striscia di sabbia nota come il Neck (collo). Il Neck, certamente uno dei più ragguardevoli ambienti naturali delle Falklands, è la sede di imponenti colonie di pinguini di Magellano e Papua e di un piccolo gruppo di pinguini reali, oltre che di molte altre specie di uccelli che nidificano lungo il corso dell’anno. C’è anche una piccola colonia di elefanti marini.

 

Carcass Island

E’ un'isola è relativamente piccola, ma vanta una grande colonia di pinguini di Magellano. La metà orientale dell'isola digrada più dolcemente verso il mare ed è sede di pinguini di Magellano, pinguini papua (o gentoo), beccacce di mare e numerose altre specie di uccelli. I delfini australi frequentemente accompagnano i gommoni sulla riva e spesso si avvicinano nuotando anche in acque basse (fino al ginocchio) per studiare più dappresso i visitatori. Foche e leoni marini del sud si vedono facilmente facendo un giro per l'isola. Avvistamenti di balene sono frequenti durante la migrazione degli animali nei mesi estivi.

Posta nella parte più occidentale dell’arcipelago, questa isola è il regno dei pinguini di Magallanes, quelli che si possono vedere negli acquari, come a Genova. La bellissima spiaggia di sabbia bianca Leopard beach è piena di pinguini che camminano dondolando sulla sabbia, fino a quando qualcuno si getta in acqua per la quotidiana ricerca del krill. Osserviamo i movimenti scoordinati e ballonzolanti dei piccoli pinguini, quasi comici nei loro spostamenti a terra. Poi quando si gettano in acqua diventano dei missili, a conferma che la loro struttura è assolutamente idrodinamica, e non aerodinamica come quella degli altri uccelli. Più verso l’interno, dove la spiaggia finisce e comincia il manto erboso, altri pinguini stanno scavando nel terreno per costruirsi le tane di incubazione per le uova.

Oltre ai pinguini, facciamo conoscenza ravvicinata con vari tipi di uccelli: gli skua che rubano le uova dai nidi altrui, i grandi e eleganti albatros, le anatre selvatiche cauquenes, le beccacce di mare oystercatcher e le bianche sterne antartiche, piccole ma sorprendentemente aggressive.  

Facciamo una bellissima passeggiata di un paio di kilometri nell’erba alta che si chiama tussock, ammirando il panorama fantastico dell’isola, per raggiungere la fattoria dei signori Mc Gill, cileni a dispetto del nome, l’unica famiglia che vive su questa isola. All’ingresso del recinto c’è un comitato di benvenuto formato da alcuni caracara striati (falchi boreali) ammaestrati da Rob McGill, che fanno la guardia all’insediamento. I cani infatti su queste isole non sono ammessi, come testimonia la cuccia vuota per “Tasha the dream”, cagnolina virtuale che non la potrà mai occupare. La signora Lorraine ha preparato una fantastica offerta di dolci: ben 18 diversi tipi, accompagnati con tè e caffè. Ci volevano proprio, dopo la lunga camminata nel vento. C’è il sole, non fa affatto freddo, al punto che a poco a poco scompaiono giacche a vento e maglioni e si rimane tutti in maglietta o maniche di camicia. Bellissimi i panorami della costa delle Falkland col mare appena increspato dal vento, che assume tutte le tonalità dal verde all’azzurro.

Il paesaggio dell'isola non è secondo a nessuno. Le scogliere a picco sul mare sulla costa occidentale dell'isola, sono assolutamente spettacolare e le pulite spiagge di sabbia bianca della costa orientale sono bagnate nelle cristalline acque turchesi brulicanti di vita marina.

Dopo il tramonto, un vero spettacolo della fauna selvatica può essere visto a pochi metri dalle case del piccolo insediamento isolano, con migliaia di prioni dal becco sottile che tornano schiamazzando fragorosamente alle tane in cerca del partner. Altrettanto spettacolari sono i cieli notturni; la chiarezza dell'atmosfera, e la totale assenza di inquinamento luminoso fanno di Carcass Island uno dei migliori posti al mondo per vedere le stelle e i pianeti con una visibilità senza pari.