La porta del Mar Rosso

La Repubblica di Gibuti (o Djibouti in francese) è uno stato indipendente dal 1977, che prima costituiva la Somalia Francese. E’ un piccolo stato che si trova all’estremità meridionale del Mar Rosso, affacciato sul golfo di Aden presso lo stretto di Bab-el-Mandeb nel Corno d’Africa.

Il territorio ha poche risorse, è in prevalenza desertico e c’è poco petrolio, ma riveste un’importanza strategica fondamentale. Tutte le navi dirette verso il Canale di Suez o provenienti dal Canale di Suez devono passare da qui. La penisola araba è vicinissima: lo Yemen è a soli 20 km di braccio di mare dalla costa nord dello stato. L’importanza strategica di Gibuti è confermata dalla presenza stabile di 3 basi militari: Usa, Francia e Giappone, più una caserma della Legione Straniera. Da queste basi partono ogni giorno decine di velivoli che sorvolano la costa fino all’estrema punta della Somalia, dove ci sono i porti da cui si presume che partano le navi dei pirati che ogni tanto assaltano petroliere e navi cargo. Più volte durante il mio soggiorno ho visto gli elicotteri Apache passarmi sopra la testa in assetto di guerra a non più di 100-150 mt di quota, con i cannoni montati e sicuramente armati.  Nel deserto ho incontrato una pattuglia in esercitazione in completo assetto di guerra.

A parte ciò, deserto e fondali offrono spettacoli eccezionali. I paesaggi sono molto belli, specialmente mano a mano che ci si avvicina al lago Assal, il luogo più basso d’Africa (- 150 mt), alle cui acque l’altissima salinità conferisce colori verdi, gialli e azzurri eccezionalmente intensi e saturi. Un altro lago salato situato ai confini con l’Etiopia, il lago Abbe, occupa una piana costellata da centinaia di camini di lava e calcare che creano un paesaggio surreale, che ha un non so che di fiabesco e di preistorico. Non per niente qui hanno girato alcune scene del film “Il pianeta delle scimmie”. Tra i camini che si ergono nella pianura si aggirano pastori e pastorelle di etnia Afar con le loro greggi di capre e i branchi di zebù, con contorno di mandrie di asini e dromedari in libertà.

I villaggi mostrano uno spaccato della vita della gente comune e delle due economie che ci sono a Gibuti: quella della capitale con i supermercati e gli scaffali pieni, tarata sui consumi dei dipendenti delle basi militari, e quella essenziale dei villaggi, abitati da gente che vive nelle “burre”, capanne di legno e pelle di cammello, pascolando greggi di capre e raccogliendo quel poco di sorgo e di mais che si riesce a strappare al deserto.

La baia di Gibuti è situata sul Mar Rosso, che è famoso per la bellezza dei suoi fondali. I posti migliori per lo snorkeling sono l’Ile de Moukha, che si raggiunge con breve tratto in barca di circa 40 minuti da Djibouti Ville, e soprattutto l’Arcipelago delle Sept Frères, davanti alla cittadina di Obock quasi al confine con l’Eritrea. Qui si può fare il bagno aggrappati alla pinna di giganteschi squali balena, che nella baia di Ghoubbet sono stanziali da novembre a gennaio. Vedrete che il pacifico gigante, affatto infastidito per la vostra invadenza, con noncuranza vi porterà a spasso tra le onde fino a quando non deciderà di inabissarsi alla ricerca del plancton di fondale.

A proposito di fondali: siamo nel Mar Rosso. Lo snorkeling offre visioni di pesci colorati e banchi di coralli e l’avvistamento delle grandi tartarughe di mare è praticamente sicuro. Colpiscono soprattutto le dimensioni dei pesci e la numerosità dei branchi multicolori. I fondali di Gibuti una eccezionale varietà di specie e colori, mentre sulle spiagge minuscoli paguri e granchietti scavano gallerie nel bagnasciuga allarmati dalla presenza dei disturbatori provenienti dal mare.