Dancalia
Dicembre 2011Deserti, vulcani e laghi di sale
La Dancalia è una regione dell’Africa orientale priva di limiti ben definiti, che si estende dall’acrocoro etiopico fino ad affacciarsi sul Mar Rosso fra il Golfo di Zula e il Golfo di Tadjoura. La superficie della regione occupa circa 50.000 km2 di cui circa 10.000 km2 si trovano al di sotto del livello del mare. Per la massima parte appartiene all'Etiopia, con frazioni territoriali in Eritrea e Gibuti. Il viaggio descritto in questo diario si svolge in territorio etiope, quindi nella Dancalia interna.
La regione dancala è una vasta depressione in massima parte ricoperta da materiali vulcanici antichi e recenti, terra estrema caratterizzata da deserti di lava a causa dell’intenso vulcanismo dell’area e da un enorme strato di rocce evaporitiche, conosciuto come la “Piana del Sale”, posto circa a 120 metri al di sotto del livello del vicino Mar Rosso, che ricopre la parte centrale della depressione. Il clima è caldo e aridissimo; i rigagnoli che vengono giù dall’altopiano si prosciugano presto e i letti degli “uadi” sono spesso coperti da ampie efflorescenze saline. In vaste estensioni appare il deserto nelle forme più crude. In poche oasi, alimentate da acque sorgive e sotterranee, si coltivano palme da dattero. Principale risorsa è il sale.
Gli italiani, ai tempi dell’occupazione coloniale durante il periodo fascista che portò alla costituzione dell’Africa Orientale Italiana, identificavano la Dancalia con l’intero triangolo abitato dalle tribù Afar, invece che con la sua sola porzione settentrionale. Allora per gli italiani valse l’equivalenza Afar = Dancalia per la regione geografica, dancali, danakil, danachili, etc. = afar per la popolazione.
Dal punto di vista geologico, la depressione della Dancalia è una delle regioni più instabili del mondo. La depressione si trova in un punto geologico in cui tre placche tettoniche si dividono e tendono ad allontanarsi tra loro, diramandosi in direzioni diverse. Questa area è nota come la Rift Valley dell’Africa Orientale, estendendosi dalla Nubia sudanese verso sud fino al lago Turkana in Kenya. Sorvolandola in aereo questa parte dell’Africa Orientale può apparire immobile e raggelata come i ghiacci artici. Ma le apparenze nascondono una natura ben diversa. Sotto la superficie, la scorza rocciosa della Terra si sta spaccando e le camere sotterranee di magma alimentano 12 vulcani attivi, centinaia di geyser fumanti, conche ribollenti e un lago infuocato di lava. I terremoti del 2005 e le scosse successive sono gli ultimi di una serie di movimenti sismici iniziati circa 30 milioni di anni fa quando il magma, fuoriuscendo dalla crosta terrestre, cominciò a dividere la Penisola Arabica dall’Africa, dando vita al Mar Rosso e al Golfo di Aden.
Le fasi del viaggio in questa regione sono:
- l’attraversamento del deserto dancalo nella depressione di Afar
- la salita al vulcano Erta Ale
- visita di Ahmed Ela e del territorio della Piana del Sale
- l’esplorazione dell’area geotermica di Dallol
- l’estrazione manuale del sale e il trasporto a dorso di cammello fino ai mercati delle città etiopi
Quasi tutto il viaggio in Dancalia si svolge in zone prive di elettricità e di corsi d’acqua. Di conseguenza, ci vogliono una accurata preparazione logistica, spirito di avventura e capacità di adattamento. Nel deserto temperature diurne di 40-45 °C sono normali: siamo nella regione che fa registrare la temperatura media più alta in tutto il mondo (35°C circa considerando anche le notti e il periodo invernale). Si dorme in capanne di legno, tende o tukul.
Tanto disagio è ripagato da spettacoli naturali unici, visibili solo qui, che mostrano quanto potenti, terribili e misteriose possano essere le forze sprigionate dal centro della terra. Non potrò mai dimenticare la visione del cratere aperto del vulcano Erta Ale: meno di 100 metri più in basso un lago di lava ribollente proiettava spruzzi di magma incandescente e zaffate di anidride solforosa verso il cielo. Pochi kilometri più avanti, l’incredibile concentrazione di geyser, camini e strutture cristalline multicolori di Dallol, un luogo molto più simile alla superficie lunare che a un ambiente terrestre. Poi Ahmed Ela, un villaggio che definire arido è un eufemismo. Qui pochi uomini lottano per spaccare in blocchi la crosta di un lago salato, lavorando a temperature di quasi 50 °C, mentre altri uomini fanno marce di 3-4 giorni attraverso gole e passi di montagna per portare il sale ai mercati del pianoro abissino e da lì fino ad Addis Abeba.
Leggete il diario completo, oppure il viaggio “Etiopia del Nord”, di cui questa parte sulla Dancalia è un estratto.