La “Ruta del fin del mundo”

Con questo nome che mette un po’ di inquietudine i cileni chiamano la RN 9 o “Carretera Austral”, che collega la capitale Santiago del Cile con il sud del paese lungo un tragitto di circa 3500 km. E’ una strada un po’ per modo di dire: in realtà il percorso stradale si interrompe in più punti e ci sono numerosi tratti di mare da fare in ferry, uno anche piuttosto lungo.

Il viaggio descritto nelle foto e nel diario si svolge in direzione nord, da Punta Arenas verso Torres del Paine. E’ il tratto di strada noto come “Ruta del fin del mundo”. La strada raggiunge Puerto Natales (km 250), poi Cerro Castillo (km 310) e finalmente il Parque Torres del Paine (km 360). Il percorso si snoda tra praterie sconfinate, tocca laghi e fiordi che si insinuano tra una miriade di isolotti, costeggia la Cordillera Chilena con vette perennemente innevate e per un tratto corre lungo il confine con l’Argentina. I paesaggi sono stupendi. Ci si ferma spesso a scattare foto alle placide mandrie che pascolano nelle vallate o ai gauchos intenti a governare greggi.  La strada è in parte asfaltata, in parte in “ripio”, cioè terra nera pressata, in parte in ghiaia. Lungo il percorso si incontrano pochissime macchine, al punto che quando si incrocia un veicolo è consuetudine un lampeggio di saluto con i fari o fare ciao ciao con la mano.

Il Parque Torres del Paine, è una meraviglia naturalistica che offre panorami mozzafiato. Guglie di roccia, laghi di montagna, pinnacoli innevati, fiumi e cascate si aprono allo sguardo sorprendendo mille volte il visitatore. Il vento e il ghiaccio hanno modellato i picchi del massiccio del Paine in forme e stratificazioni stranissime, che si possono vedere solo qui. La vista delle vette (Cerro Paine Grande, Cerro Catedral, Cuernos del Paine) è davvero sublime se avete la fortuna di vedere il massiccio sgombro di nubi, illuminato dalla luce del sole al tramonto. Il parco si gira bene in macchina, lungo strade di ghiaia o di sterrato che non creano nessun problema di guida anche con un’auto normale. Dietro ogni curva, dietro ogni promontorio, aspettatevi una sorpresa: può essere una cascata, può essere un arcobaleno tra i monti, può essere un branco di guanachi, oppure un’aquila che vi volteggia sopra la testa, o un prato colorato di fiori simili alle stelle alpine. Oppure può essere anche una folata di vento che ti porta via, o una doccia imprevista a causa degli spruzzi dell’acqua sollevati dal vento… anche questo fa parte della visita. 

Alla visita del Parque Torres del Paine bisognerebbe dedicare almeno 3 giorni, che è una durata che permette di vedere quasi tutto, coniugando giri in auto con passeggiate nei punti più spettacolari e riservando mezza giornata per la navigazione sul lago Grey, fino al grande ghiacciaio: tre lingue di ghiaccio che scendono dal Cerro Condor e dalle montagne del Parque Nacional Bernardo O’Higgins, separate tra loro da contrafforti montuosi, per un fronte totale di circa 5 km.

Il viaggio nell’estremo sud delle Americhe si conclude nella Terra del Fuoco. Dal molo di Punta Arenas ogni giorno alle 9 salpa il ferry “Crux Australis” che collega il continente con Porvenir, la cittadina più importante della Terra del Fuoco cilena, attraversando lo stretto di Magellano.  Durante la traversata conviene stare fuori sul ponte, vento permettendo: in questo modo, se il cielo è abbastanza libero, si possono vedere le montagne innevate della Sierra Balmaceda, del Cordon Baquedano e dell’Alto del Boqueròn, che fanno da cornice alla città di Porvenir.

Intanto, lungo la scogliera, leoni marini osservano la nave speranzosi di ricevere qualche boccone dai viaggiatori (graditi gli scarti del pesce). Le foche sono anche più intraprendenti: non temono di avvicinarsi a nuoto fino a qualche decina di metri dal ferry e sollecitano l’attenzione con schiamazzi gutturali.

Due volte la settimana c’è un ferry che prosegue fino a Puerto Williams, la città continentale più a sud del mondo. Più in là c’è solo l’Antartide, separato dalla terraferma dallo stretto di Drake.