A ruta do sol e das emoções            

Le regioni del Nordest del Brasile dove si svolge questo viaggio sono il Ceará, il Piauì e il Maranhão. Il viaggio si svolge sulla direttrice Nord-Ovest, da Fortaleza a São Luis. Questo percorso è noto come “Ruta do sol e das emocões” (la strada del sole e delle emozioni).

Il primo tratto del viaggio va da Fortaleza alla famosa località vacanziera di  Jericoacoara (“Jeri” per i locali), un ex-villaggio di pescatori sulla costa del Ceará, a 300 km da Fortaleza. Oggi è al 99% un luogo di puro turismo, destinato ad uso e consumo degli appassionati di kitesurf o più semplicemente della vita da spiaggia. Non c’è più traccia delle case dei pescatori di gamberi: viene il sospetto che le poche barche da pesca che ancora si vedono adagiate sulla lunga spiaggia siano lasciate lì apposta per dare un po’ di colore alle foto-ricordo. Per questo si ha l’impressione che Jeri è un villaggio “finto”.

Le strade di Jeri non sono asfaltate. Sulle vie sabbiose si affaccia un concentrato di bar, locali, negozi di pseudoartigianato, ristoranti per tutti i gusti e le tasche. Molti dei locali sono gestiti da italiani che hanno deciso di venire a vivere qui, come bene evidenziano i nomi “Ristorante Leonardo da Vinci” o “Gelato Grano”.

Da Jeri si prosegue in fuoristrada lungo la costa Atlantica.  Percorso vario e movimentato, lungo il quale si attraversano fiumi sulle chiatte (a remi o a motore), lagune, paludi con mangrovie, avvallamenti tra dune di sabbia. Dopo Camocìm e una serie di colorati villaggi sonnolenti (Barroquinhas, Chaval, Luis Correia), si entra nel Piauì, stato al confine col Maranhão. 

A Villa Parnaiba si attraversa l’omonimo fiume che segna il confine tra Piauì e Maranhão. Bellissima la visione al tramonto del cielo attraversato dagli stormi dei guarà, gli ibis scarlatti caratteristici di questa regione (da noi si possono vedere all’acquario di Genova), che si dirigono verso la foresta pluviale alla foce del Rio Preguiça dove passeranno la notte.

Poi finalmente si parte per la prima visita agli agognati Lençois Maranhenses, meta principale del viaggio. Il Parque Nacional dos Lençois Maranhenses è un’area di 1550 km2 a metà strada tra São Luis  e il Piauì. Il termine “Lençois”, cioè lenzuola, è dovuto alla somiglianza delle dune con candidi panni stesi al sole ad asciugare. E’ l’unico deserto al mondo ad essere contraddistinto da lagunas d’acqua dolce, che si accumula negli avvallamenti tra le dune durante le piogge di primavera. Le dune sono migliaia e migliaia, intercalate da lagune di acqua azzurra o verde cristallina o persino rosa in alcuni punti, secondo il contenuto di minerali dello strato sabbioso sottostante. Calcio e magnesio fanno risaltare il colore azzurro turchese, rame e nickel danno tonalità verdi, il manganese dà tinte rosate. Il paesaggio delle dune è in continua evoluzione: correnti marine e vento spostano enormi masse di sabbia da una duna all’altra. D’estate le lagune sono piene d’acqua e riflettono i raggi del sole fin sul fondo.

Facciamo il bagno nell’acqua fresca della laguna Verde, tra piccole ninfee con fiorellini bianchi e nugoli di pescetti pulitori che fanno il solletico ai piedi. Il luogo sembra quasi irreale: le dune per logica dovrebbero portare il pensiero a deserto e siccità, e invece qui racchiudono pozze di acqua cristallina. Lasciamo a malincuore la laguna Verde ma chiediamo alla guida di farcene vedere un’altra. Ci portano alla “Lagoa Canto de Atins”. E’ più piccola della precedente, ma l’acqua è di uno stupefacente colore verde-acquamarina. Ne vedrete tante di “lagoas” incantevoli, ma probabilmente questa è la più bella.

Proseguendo lungo il Preguiça si arriva a Barreirinhas, punto di partenza che quasi tutti scelgono per la visita ai Lençois Maranhenses.  E’ una cittadina affacciata sulle sponde del Rio Preguiça, in uno scenario di inconfondibile impronta amazzonica. Molo fluviale, battelli, pescatori sulle jangadas, passeggiata lungofiume, clima caldo e umido.

Da Barreirinhas, via terra, dopo un lungo tratto con le bandeirantes attraverso piste di sabbia e fossi pieni d’acqua tra mille sobbalzi e sballottamenti, con un breve trek sulla sabbia si raggiungono le lagune principali delle Grandi Lenzuola. Le più note sono: Laguna Esperanza, Laguna Azul, Laguna Bonita. Nella Laguna do Peixe ci sono pesci colorati e gamberi. Le camminate sulla sabbia tra una laguna e l’altra non stancano: i dislivelli sono solo di qualche decina di metri, la sabbia non scotta e si può calpestare senza problemi a piedi nudi. Ovviamente, cappello, occhiali da sole e protettore solare sono d’obbligo. In ogni laguna si può fare il bagno: sceglietevi quelle che più vi piacciono e tuffatevi, è un piacere assoluto che non dovete assolutamente mancare. 

La “ruta das emoções” prosegue verso São Luis, 900.000 abitanti, capitale del Maranhão. Città fondata dai francesi nel 1612 dai francesi, nel quadro di un sogno di grandeur che avrebbe dovuto portare alla costituzione della Francia Equatoriale. Oggi però l’architettura delle case e dei palazzi è tipicamente portoghese: tegole rosse, azulejos, protezioni di ferro battuto alle finestre. Molto bello da girare a piedi il Centro Storico, con brevi scalinate che uniscono i quartieri e stradine di acciottolato su cui si affacciano negozietti di souvenir per turisti e artigianato locale.

Alla sera l’organizzatore Francesco di Brasilplanet ci avverte che nella Praça Maria Aragão, alla periferia della città moderna, c’è lo spettacolo del “Bumba meu boi”. Durante questa festa il Maranhão intero si trasforma in un seducente concentrato di ritmi, buona cucina, antiche tradizioni ed espressioni folcloriche. Strade, chiese e case private si animano di canti, balli, sfilate e misteriose cerimonie.

Non possiamo mancare. Sul palco un gruppo di ballerini si esibisce in balli tradizionali. Il senso della danza è quello di fare da corteo ad un danzatore sui trampoli coperto da un baldacchino che vorrebbe raffigurare un toro, il “boi”, di cui le danze narrano la morte e la risurrezione. Le ballerine hanno dei bellissimi tutù azzurri e argento, e azzurri e bianchi sono pure i costumi dei danzatori uomini. Poi li cambieranno con altri giallo e oro. Facendomi strada a spintoni tra la folla letteralmente ammassata nel prato, riesco a piazzarmi proprio sotto al palco e così a scattare delle foto ravvicinate della festa e… degli interessantissimi lati B delle ballerine J. Qualche foto dello spettacolo l’ho messa tra le immagini allegate al diario.

Uno dei viaggi più belli che ho fatto: leggete il diario completo e guardate le foto, vale la pena.